THAILANDIA - un viaggio in una simbiosi surreale tra caos e tranquillità
- Sara Coppola
- 16 apr
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 18 apr
Erano anni che pensavamo ad un viaggio zaino in spalla alla scoperta della Thailandia. Sarebbe stato il primo di una lunga serie.
Non sapevamo cosa aspettarci, ma eravamo carichi di curiosità e di fascino verso quel posto remoto che è il Sud Est Asiatico.
L’impatto è stato un vero shock: la caotica Bangkok ci ha accolto con un turbine di traffico e smog a cui non è stato per niente semplice abituarci. La contrapposizione tra moderno e antico (che poi a volte è solo vecchio) è fortissima in questa città e si percepisce ad ogni angolo.
I templi sfarzosi fanno capolino per le strade gremite di veicoli e persone. I mercati chiassosi e affollati popolano ogni vicolo, con i loro fiori colorati e le loro spezie cariche di odori. Le persone, accoglienti e rumorose, lavorano e mangiano ad ogni ora e ovunque si trovano.
I grattacieli e i centri commerciali della parte nuova della città ci catapultano impetuosamente in un altro mondo, fatto di luci, lusso e aria condizionata esagerata.
Inebriati dal caos di questa città, decidiamo di dirigerci verso le cittadine immerse nelle foreste del nord, alla ricerca di un po’ di quiete.
Le giornate passate tra Chiang Mai e Chiang Rai sembrano rallentare, la serenità e l’ospitalità di questi posti trasmettono una tranquillità contagiosa; ma per noi è solo un’impressione.
Abbiamo fretta, tremendamente fretta; non vogliamo perderci nulla di questo posto e il poco tempo a nostra disposizione ci porta a correre da una parte all'altra alla ricerca di meraviglie da scoprire. Talmente fretta che, nemmeno dopo una caduta in motorino (niente di grave) ci fermiamo ad un’infermeria per farci medicare, perché il tempo è troppo prezioso per essere sprecato.
Ed è proprio in uno dei sontuosi templi di Chiang Rai che succede l’impensabile. Ci sentiamo picchiettare sulla spalla: un giovane avvolto dall’arancio acceso del tradizionale abito dei monaci buddisti ci chiede “Can we talk?”; “About what?” gli chiediamo di ritorno, un po’ confusi da quello che sta accadendo.
“About life!”. La risposta ci spiazza.
Così, dopo giorni di corse sfrenate, di luoghi e di storie divorati, ci ritroviamo seduti su una panchina di legno, all’interno di un giardino in un tempio thailandese riservato ai monaci, a parlare con uno di loro.
Ha 19 anni, e la sua famiglia (come tante altre in Thailandia) ha deciso di fargli intraprendere il percorso per diventare monaco buddista quando era ancora bambino, in modo da permettergli di studiare e potersi costruire un futuro. Conclusi gli studi i ragazzi si trovano di fronte ad un bivio: proseguire e diventare monaci a tutti gli effetti, oppure abbandonare e tornare alla vita da “laico”.
Il nostro monaco ha un sogno: quello di diventare interpete d’inglese, ed è per questo che ferma i turisti che passano dal tempio e gli chiede di chiacchierare; il modo migliore per imparare è la pratica.
Lo riempiamo di domande sulla loro cultura e sulla vita dei monaci, di rimando lui è curioso di sapere come si vive in Italia e di cosa vuol dire poter vedere e toccare la neve. Ai nostri racconti i suoi occhi si illuminano e percepiamo in lui lo stesso fascino che proviamo noi verso la sua cultura.
Questo incontro ci ha reso grati di essere lì e di aver rallentato quel giorno per dare spazio ad un’esperienza unica ed irripetibile, che ci porteremo nel cuore per sempre. E sarà proprio grazie a questo evento che comprenderemo l’importanza cruciale di avvicinarsi alle persone del luogo, le uniche che davvero possano trasmettere l’autenticità della cultura del posto che si sta visitando.
A malincuore lo salutiamo, e ripartiamo per quella che sarà la nostra ultima tappa: l’isola di Ko Phangan. Un paradiso tropicale con acque cristalline e sabbie bianche, il posto ideale dove sorseggiare un cocktail all’ombra di una palma (attenzione alle noci di cocco che cadono!), rilassarsi e ripensare alla meravigliosa avventura che è stata questa prima esperienza zaino in spalla dall’altra parte del mondo.
La Thailandia è un posto meraviglioso dove opulenza e povertà, caos e pace, frenesia e calma, convivono simbioticamente in un unica affascinante cultura carica di storia e di desiderio.
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